Il Piano Nazionale Transizione 4.0 (ex Industria 4.0) ha traghettato il nostro Paese nella quarta rivoluzione industriale. E’ una strada ormai tracciata anche per l’Italia, un percorso obbligato per rimanere competitivi nell’attuale panorama industriale nazionale ed internazionale.
Cosa significa Transizione 4.0? Questo concetto racchiude in sè un’insieme di nozioni, tutte volte all’innovazione tecnologica ed alla digitalizzazione industriale: stiamo parlando di tecnologia digitale, intelligenza artificiale, stampa 3D, robotica, realtà virtuale e realtà aumentata, tool di analisi dei dati interconnessi alle macchine di produzione, prodotti e sistemi “intelligenti” interconnessi fra loro, cioè il cosiddetto IoT (internet of things, ovvero l’internet delle cose). Ma anche di crediti d’imposta legati alla Formazione 4.0 ed agli investimenti in beni strumentali.
L’Italia, seppur indietro rispetto alla media europea, ha ben inteso gli enormi vantaggi e tutti i benefici che tali investimenti possono portare in azienda, e negli ultimi anni abbiamo assistito ad un crescente interesse dell’imprenditoria italiana per la digitalizzazione d’impresa.
Il Piano Nazionale Industria 4.0 ha spalancato le porte ad una serie di misure complementari e soprattutto organiche, in grado di rilanciare gli investimenti per la competitività e l’innovazione tecnologica del nostro Paese.
A che punto siamo in Italia nel 2023?
Per quanto riguarda l’acquisto di beni strumentali, ad oggi la legge di Bilancio sposta al 30 Giugno 2026 la scadenza relativa agli Incentivi 4.0. Ovvero, il completamento degli investimenti per la fruizione del credito di imposta viene prorogato fino al 30 Giugno 2026, a condizione che l’ordine dei beni strumentali sia stato accettato dal venditore entro la data del 31 dicembre 2025, con almeno il 20% del costo di acquisizione già pagato. Tuttavia le percentuali relative al credito d’imposta variano, e restano più convenienti per chi ha investito già nel 2022.
Nello specifico, il credito d’imposta per i beni strumentali ordinati entro il 31 dicembre 2022 e consegnati entro il 30 novembre 2023, viene concesso tenendo conto delle seguenti percentuali:
- 40% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro,
- 20% per la quota di investimenti superiore a 2,5 milioni e fino a 10 milioni,
- 10% per la quota di investimenti che eccede i 10 milioni e fino al limite massimo di 20 milioni.
Si tratta del termine lungo per gli investimenti in beni funzionali alla trasformazione tecnologica delle imprese secondo il modello Industria 4.0, prenotati entro il 31 dicembre 2022. Rispettando la nuova scadenza, il credito d’imposta spetterà con importi più vantaggiosi previsti per il 2022.
Invece per investimenti in beni materiali fatti dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2025 (o fino al 30 giugno 2026, se entro il 31 dicembre 2025 l’ordine risulti accettato e siano stati pagati acconti per il 20%) sono previste le seguenti aliquote:
- 20% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni,
- 10%, per la quota di investimenti oltre i 2,5 e fino a 10 milioni,
- 5%, per la quota oltre i 10 milioni e fino al limite di 20 milioni.
Per quanto riguarda gli investimenti in beni immateriali tecnologicamente avanzati, riportiamo uno specchietto riassuntivo su incentivi e scadenze
Periodo d’investimento | % Credito |
– Dall’1/1/2023 al 31/12/2023 – Fino al 30/6/2024 con ordine accettato e pagato acconto per almeno il 20% entro 31/12/2023 | 20% fino a 1 milione di euro |
– Dall’1/1 al 31/12/2024 – Fino al 30/6/2025 con ordine accettato e pagato acconto per almeno il 20% entro 31/12/2024 | 15% fino a 1 milione di euro |
– Dall’1/1 al 31/12/2025 – Fino al 30/6/2026 con ordine accettato e pagato acconto per almeno il 20% entro 31/12/2025 | 10% fino a 1 milione di euro |
In generale, in Italia, specialmente durante la pandemia, si è assistito ad un aumento degli investimenti in ottica Industria 4.0: da un’indagine del Sole 24 Ore, mentre nel 2020 solo il 51% degli investimenti è stato destinato al rinnovo dei macchinari funzionali alla digitalizzazione d’impresa ed il 49% agli investimenti in beni strumentali tradizionali, dal 2021 questa tendenza agli “investimenti digitali” ha subito un’accelerazione significativa, cambiando questo rapporto al 70% contro il 30%.
Tuttavia le imprese italiane faticano a salire sul treno dell’innovazione. La stessa indagine evidenzia che neanche un’ impresa su 3 è pronta a cogliere le opportunità delle risorse espressamente dedicate al sistema produttivo dal PNRR, come appunto Transizione 4.0 ed Economia Circolare. Il 16%, infatti, si è già attivato per aderire ai progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza mentre un altro 13% ha in programma di farlo. Ma più del 70% è fermo al palo, senza, al momento, interessarsi in alcun modo alle molteplici occasioni di sviluppo che si stanno aprendo.
Progetti per Industria 4.0
Mainlab negli ultimi cinque anni ha aiutato i propri Clienti ha sviluppare dei sistemi interconnessi alla produzione, rispondenti ai criteri di Industria 4.0, creando dei software dedicati a singoli ambiti industriali.
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Un software per il monitoraggio della produzione calzaturiera ed un software di controllo della produzione di materie plastiche sono solo due esempi di alcune nostre soluzioni sviluppate in ottica Industria 4.0.
I risultati ottenuti di chi ha già innovato sono ottimi. Come insegnano le leggi del mercato, a rimetterci sono quelle realtà che, per i più svariati motivi, non sono state ancora in grado di affrontare questi temi legati a Transizione 4.0. Il rischio più grande che corrono queste imprese, è quello di rimanere inevitabilmente esclusi dal mercato nei prossimi anni. Il tempo purtroppo è tiranno, bisogna agire!
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